Sono diverse le operazioni antimafia delle ultime ore che hanno assestato duri colpi a varie organizzazioni mafiose siciliane.
Iniziamo con l’operazione “Cemento” condotta a Catania dalla Polizia di Stato che ha portato a scompaginare due differenti organizzazioni criminali con un totale di 18 persone arrestate. Per tutti le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti ed è stato disposto anche il sequestro di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati. Una delle due organizzazioni operava nella zona di via Palermo e del Villaggio Sant’Agata, la seconda invece si occupava del quartiere San Cristoforo e aveva base in un deposito di materiale edile sito nella stessa zona, da cui il nome dell’operazione “cemento” appunto. In comune avevano uno stesso corriere che procacciava in Calabria la droga che le due organizzazioni rivendevano nelle rispettive zone di spaccio.
A Palermo invece è stata la Guardia di Finanza a condurre un’altra operazione antidroga che ha portato all’arresto di 8 persone a al sequestro preventivo di beni per un valore di circa un milione e mezzo di euro. Anche in questo caso l’organizzazione si riforniva in Calabria grazie al collegamento fra il principale arrestato ed esponenti di spicco della Locride e della Piana di Gioia Tauro.
Sempre nel palermitano, i finanzieri hanno eseguito la confisca definitiva, a seguito di un lungo iter giudiziario partito dall’operazione “Apocalisse” del 2014 e che dopo la conclusione di tutti i processi ha portato alla confisca di beni mobili e immobili fra cui 26 immobili situati tra Palermo e Udine, per un valore di circa 4 milioni di euro; 16 conti correnti, con un saldo complessivo di circa 200 mila euro; capitale sociale di 3 società operanti nel settore edilizio. L’operazione colpisce i vertici del mandamento mafioso di Resuttana.
Un altro provvedimento di confisca ha interessato invece un imprenditore di Gela, considerato a disposizione della famiglia mafiosa della cittadina. Confiscati in questo caso beni per un valore complessivo stimato in 2,2 milioni di euro fra cui una società operante nel settore della produzione di inerti, con una cava e un impianto di estrazione; due quote di partecipazione societaria; nove immobili, tra cui una multiproprietà situata alle Isole Eolie; numerosi rapporti bancari; un autocarro. La confisca parte da un’operazione della Guardia di Finanza in collaborazione con la DIA nissena del settembre di quest’anno.